Pubblicazioni
Un viaggio tra la Poesia, la Meditazione e l’Amore…
IO VIVO
L’ultimo Romanzo di Rita Armanda Bigi
Questo libro è una vera e propria rivelazione. Ti apre la mente e il cuore, se nella vita hai affrontato momenti di difficoltà allora riuscirai a cogliere da ogni frase, da ogni paragrafo, quel senso profondo dell’esistenza che comprendi solo in quei momenti in cui pensi che sia tutto finito, per poi renderti invece conto che è proprio lì che inizia la vera vita.
Racconti crudi di persone punite da una vita che a volte non guarda in faccia a nessuno, persone che si sono sentite perse e hanno toccato il fondo per poi riuscire a darsi quella spinta che ti porta anche più su di chi ha la fortuna di vivere una vita regolare, senza troppe difficoltà e senza ostacoli.
Leggendo comprendi quanto si possa amare la propria esistenza anche nelle condizioni peggiori e quanto si possa davvero apprezzare anche le piccole cose che spesso tralasciamo senza capire che invece sono proprio quelle che possono regalarci la vera felicità.
Crescere, accettare ciò che ci viene dato come Gesù ha accettato e trascinato la sua croce, senza rabbia, senza troppe domande, ma riuscendo a crearsi un’oasi felice anche in un immenso mare di dolore.
Avere la capacità di sorridere più di quanto possa farlo una persona che non ha nessun tipo di problema, riuscire addirittura a insegnare quanta bellezza ci possa essere in ogni singolo e piccolo avvenimento della vita, la vita che alla fine è sempre un grande dono da custodire e da non disprezzare mai.
Cinque giorni… Tante vite
Una storia avvincente la cui narrazione è affidata ad una parola che corre sul ritmo di un dialogo incalzante.
Protagonista assoluto è l’Amore, capace di entrare ed uscire da ogni confine spazio-temporale e trapassare ogni pregiudizio, persino quello della morte.
La narrazione si sviluppa in un tempo ordinario, che va dai 5 giorni della fase iniziale ai 55 anni dopo, ma fa presagire anche una continuità ulteriore.
Un Amore per sempre, quindi, sorprendente come una favola, che mostra la vita dapprima come una Cenerentola umiliata e poi come una Principessa liberata.
E tutto dipende dallo sguardo di chi legge la storia, non solo del romanzo, ma della sua stessa vita. Se poi il lettore ci crede o no, alla favola, poco importa. In ogni caso, sia seme o tarlo, la parola resta dentro come un’ape che ronza: e se davvero fosse così?
Sette storie tutte al femminile che rappresentano sette livelli di coscienza da percorrere, sul limitare di un mondo reale che lentamente sfuma verso la dimensione dell’oltre. Attraverso un crescendo scandito da sette tappe, che concedono il tempo per una pausa, la percezione del reale si amplifica e si espande al di là dei limiti umani convenzionali.
Protagoniste assolute sono le donne, capaci di essere madri di vita, di morte e di rinascita in un mondo dove tutto, anche un granello di sabbia, si può rivelare vitale e degno di essere salvato.
Sette Storie di Confine
Sette storie tutte al femminile che rappresentano sette livelli di coscienza da percorrere, sul limitare di un mondo reale che lentamente sfuma verso la dimensione dell’oltre. Attraverso un crescendo scandito da sette tappe, che concedono il tempo per una pausa, la percezione del reale si amplifica e si espande al di là dei limiti umani convenzionali.
Protagoniste assolute sono le donne, capaci di essere madri di vita, di morte e di rinascita in un mondo dove tutto, anche un granello di sabbia, si può rivelare vitale e degno di essere salvato.
Io respiro, tu respiri, noi ci ispiriamo
Non si vedono spesso fra gli scaffali delle nostre librerie opere dedicate interamente all’insegnamento della meditazione ai ragazzi.
Questo libro è perciò non comune, possiede inoltre il merito dell’originalità: senza le pretese di un trattato esauriente (sono note sull’educazione alla meditazione), offre al pubblico interessato una lettura divertente, abbondante in elementi visivi e di facile accesso a tutti, genitori compresi.
La frequenza delle testimonianze prese fra i ragazzi di scuola elementare e media, che hanno sperimentato per primi i metodi qui esposti, danno al contenuto dell’opera il merito dell’attendibilità e dell’autenticità.
Una goccia di vita
Personalmente sono stata sempre affascinata dal “mistero uomo”, soprattutto nel tempo della sua oscura formazione nel grembo materno, quando ancora non gli viene riconosciuta la dignità di vita umana. Una opinione questa generalmente condivisa da cui io prendo le distanza pertanto a quello che viene chiamato feto ho sempre riconosciuto un quoziente di sensibilità capace di reagire e di corrispondere e sono fermamente convinta che l’esperienza prenatale influenzi in modo determinante quello che poi sarà l’apprendimento e la percezione nella vita post-natale.
Come può non essere così? Se è stata riconosciuta anche alle piante una capacità senziente, perché non dovrebbe averla un bimbo agli albori della sua vita intrauterina? Solo perché la scienza non è ancora in grado di rilevarla?
Ebbene là dove la scienza non può, arriva l’immaginazione, la mia immaginazione.
Così durante la gestazione di un pronipote, cercato e voluto dai suoi genitori, ho voluto accompagnarlo con il mio cuore, con i miei sentimenti, immaginandone la crescita nelle sue pulsioni sensoriali, psichiche ed emotive. Ho voluto sostenerlo nel suo arduo cammino ed è stato bello crescere ed emozionarsi con lui…
Ecco come è nato questo raccontino brevissimo, piccolo quanto un grumo di vita, e però capace di racchiudere in sé il grande mistero dell’ESSERE.
Lo voglio condividere con tutti voi: tre minuti per leggerlo e trenta anni per scendere nelle sue profondità.
Buona lettura!
Il Segno e il Senso
In questa avventura espressivo-comunicativa (conoscenza della lingua come espressione di un sentimento e come mezzo di comunicazione di un pensiero) mi hanno seguito e mi hanno sostenuto, collaborando attivamente, la professoressa M. Antonietta Boriani, docente di educazione artistica della Scuola Media Donatello che, insieme alla classe II B, si è occupata del “senso” nel segno iconico, e gli insegnanti dell’VIII Circolo Didattico: Daniela Romagnoli, Angela De Sanctis, Giovanna Manso, Roberto Catalani, Ombretta Aureli, M. Antonietta Andreotti, Enrichetta Susini, Floriana Giampieri, M. Vittoria Lanari.
Lo scopo è stato quello di dotare gli alunni di un bagaglio di esperienze concrete, segniche e, in particolare, linguistiche. Ciò ha determinato la necessità dell’atto produttivo. A sua volta l’atto produttivo, per esigenze di concretezza, ha imposto la presenza di un interlocutore mediante la pubblicazione del prodotto.
E’ nato così, con l’apporto significativo di tutti, il nostro SEGNO-SENSO.
Gli Altri
Quindi, se l’ambiente con le sue sollecitazioni è determinante per l’apprendimento di ciascun individuo, è quanto mai indispensabile che al bambino handicappato, già limitato nelle sue capacità di comunicare e di interagire, si garantisca un ambiente ricco di stimolazioni compensative e alternative tali da incentivare al massimo l’iniziativa e il protagonismo.
Ad esempio fare un esercizio di estensione del braccio non è una terapia passiva se c’è un oggetto da afferrare che, con la forza della motivazione, costringa a organizzare il movimento e ad esercitare una capacità decisionale.
È proprio in questo ambito che tra le varie strategie rieducative trova la sua ragione d’essere l’ippoterapia, cioè una tecnica riabilitativa che sceglie il cavallo come oggetto mediatore, come oggetto-stimolo alla strutturazione del comportamento.
Appunti di viaggio (N° 50 set-ott 2000)
Ecco, a me era successo di toccare con mano tale dimensione, pur essendo all’oscuro di tutto, il giorno in cui accettai con riluttanza di portare in classe l’immagine che riproduceva l’icona della Trinità di Rublev, per sottoporla all’osservazione dei miei allievi, una classe di seconda media. Una proposta che avevo accolto solo per non deludere la calorosa insistenza di un’amica che conosceva sia il mio metodo di lavoro, sia l’intensità espressiva dell’icona.
Mi ero limitata al ruolo dell’osservatore incredulo e anche scettico. E giustificavo il mio operare come una stravaganza che mi concedevo per il gusto della sfida.
Appunti di viaggio (N° 30 mar-apr 1997)
Con questo ultimo articolo concludiamo la serie di componimenti che ci hanno accompagnato durante tutto l’anno, grazie al lavoro compiuto in classe dalla professoressa Rita Bigi Falcinelli ed al contributo anonimo dei suoi alunni, autori validissimi ed interessanti.